NAPOLI - E’ un indizio che fa la prova: perché è scritto ovunque - maledizione, anche sul bagnasciuga del mercato - che Davy Klaassen è l’«idea», la tentazione da non trasformare in ossessione. E’ il secondo indizio che dà fondatezza ad antichi sospetti: ma se Soren Lerby s’aggira per Roma, e se la gode prima d’incontrare Cristiano Giuntoli, dev’esserci molto più d’un buon motivo, oltre quelli squisitamente turistici di assorbire le bellezze d’una città fantastica. E’ poi il terzo indizio a dar forza: c’è, in quest’estate affrontata dal Napoli a petto in fuori, persino la traccia economica da seguire, una volontà riemersa prepotentemente dopo l’approccio del gennaio scorso, e cifre che testimoniano il desiderio di pensare seriamente al capitano dell’Ajax.

SI DISCUTE - E allora, ricapitolando, ci si ritrova nel cuore del centrocampo, nell’epicentro della «rivoluzione» che scatterà, perché è nei fatti: Chalobah è tornato al Chelsea, Valdifiori spera di trovare estimatori che gli concedano maggiore spazio e David Lopez, beh, è nel limbo. Il Napoli sa ciò che vuole, consapevole di ciò che ha: tre «titolarissimi» - e sono Allan, Jorginho ed Hamsik - un giovane, Grassi, che non è solo un investimento ma pure due «figure» per arricchirsi. Un mediano che funga nella interdizione ed un regista che sappia alternarsi con Jorginho o con lui entrare in competizione. Davy Klaassen ha in sé varie anime e dopo essersi spogliato di quella da trequartista, è diventato soprattutto mezzala di destra, aggredisce il campo, va negli spazi, sente e vede la porta: rispetto a sei mesi, è quasi un altro, ma comunque rimane nel solco delle esigenze.