Champions League
LISBONA - Poteva essere uno spareggio all’arma bianca, è diventato presto quasi un’amichevole. Napoli e Benfica passano agli ottavi di finale di Champions League, tenendosi per mano, grazie alla Dinamo Kiev che segna quattro gol al Besiktas nel primo tempo, con i turchi che poi finiscono sepolti (0-6) e in nove. Il risultato della gara in Ucraina toglie ogni preoccupazione anche allo stadio Da Luz. Buona idea quella di dare un premio Uefa per ogni punto guadagnato in Champions: la Dinamo, già aritmeticamente quarta nel girone e tagliata fuori anche dall’Europa League, si è comunque impegnata, per la gloria e per il portafogli.
In ogni caso, è missione compiuta: il Napoli raggiunge la Juventus negli ottavi di Champions League, dando una spinta anche al ranking Uefa. È una vittoria importante per le casse (6 milioni per il solo passaggio del turno, più l’incasso della partita al San Paolo, più altre fette di market pool) e fondamentale per l’autostima. Il Napoli ci aggiunge anche il surplus del primato nel girone e della vittoria fuori casa, contro un avversario pieno di storia, che i partenopei hanno sconfitto sia all’andata che al ritorno. La situazione è fluida e non è ancora così chiaro se arrivare primi sia un vero affare, ma tre punti fuori casa, in Europa, sono sempre un segnale.
Dopo il brutto passaggio a vuoto di ottobre, seguito all’infortunio di Milik, il Napoli sembra aver ritrovato serenità e gioco. Ieri non ha giocato sempre una partita indimenticabile, ma fin dal primo tempo le migliori occasioni sono state proprio per la Banda Sarri. Anche il Benfica ha avuto le sue chance, che però sono arrivate più per errori del Napoli che per meriti propri. Rudi Vitoria ha chiesto un sacrificio soprattutto a Salvio, che ha dovuto cantare e portare la croce. Esterno d’attacco in fase di possesso palla e quinto difensore a destra, per cercare di limitare Insigne, quando l’azione era in mano agli azzurri. Nonostante la mossa tattica ad personam, Insigne è stato lo stesso il più continuo tra i napoletani. Quando il Benfica, nella ripresa, ha cercato di vincere la gara, passando a un vero 4-4-2, il Napoli lo ha subito colpito negli spazi.
L’unico problema per Sarri è che Gabbiadini (un gol annullato per fuorigioco, al termine di un bel triangolo tra Hamsik e Insigne; un tiro sparacchiato contro il portiere Ederson in uscita, su verticalizzazione di Hamsik) non accenna a sbloccarsi. L’attaccante bergamasco, probabilmente, sta pensando di andare a Fatima per farsi benedire. È stato sostituito da Mertens al 12’ s.t. e il belga, con la prima palla toccata, ha mandato in gol Callejon (assist sontuoso). Alla seconda giocata, imbeccato da Zielinski, Mertens ha infilzato il portiere con un tiro angolato. L’uno-due ha permesso di ammortizzare anche il sesquipedale errore di Albiol nel finale, che è costato il solito gol preso (il Napoli non ha mantenuto mai la porta inviolata nelle ultime sette trasferte di Champions).
Poco male, anche se Sarri farà vedere e rivedere l’errore. Negli ottavi non si può sbagliare. A febbraio, però, il Napoli avrà Milik e, per quello che ha fatto vedere nei suoi primi mesi italiani, il polacco darà una bella mano a un attacco con tante soluzioni. Forse persino troppe, visto il rendimento dei tre «pesi leggeri» ieri sera.
LISBONA - Poteva essere uno spareggio all’arma bianca, è diventato presto quasi un’amichevole. Napoli e Benfica passano agli ottavi di finale di Champions League, tenendosi per mano, grazie alla Dinamo Kiev che segna quattro gol al Besiktas nel primo tempo, con i turchi che poi finiscono sepolti (0-6) e in nove. Il risultato della gara in Ucraina toglie ogni preoccupazione anche allo stadio Da Luz. Buona idea quella di dare un premio Uefa per ogni punto guadagnato in Champions: la Dinamo, già aritmeticamente quarta nel girone e tagliata fuori anche dall’Europa League, si è comunque impegnata, per la gloria e per il portafogli.
In ogni caso, è missione compiuta: il Napoli raggiunge la Juventus negli ottavi di Champions League, dando una spinta anche al ranking Uefa. È una vittoria importante per le casse (6 milioni per il solo passaggio del turno, più l’incasso della partita al San Paolo, più altre fette di market pool) e fondamentale per l’autostima. Il Napoli ci aggiunge anche il surplus del primato nel girone e della vittoria fuori casa, contro un avversario pieno di storia, che i partenopei hanno sconfitto sia all’andata che al ritorno. La situazione è fluida e non è ancora così chiaro se arrivare primi sia un vero affare, ma tre punti fuori casa, in Europa, sono sempre un segnale.
Dopo il brutto passaggio a vuoto di ottobre, seguito all’infortunio di Milik, il Napoli sembra aver ritrovato serenità e gioco. Ieri non ha giocato sempre una partita indimenticabile, ma fin dal primo tempo le migliori occasioni sono state proprio per la Banda Sarri. Anche il Benfica ha avuto le sue chance, che però sono arrivate più per errori del Napoli che per meriti propri. Rudi Vitoria ha chiesto un sacrificio soprattutto a Salvio, che ha dovuto cantare e portare la croce. Esterno d’attacco in fase di possesso palla e quinto difensore a destra, per cercare di limitare Insigne, quando l’azione era in mano agli azzurri. Nonostante la mossa tattica ad personam, Insigne è stato lo stesso il più continuo tra i napoletani. Quando il Benfica, nella ripresa, ha cercato di vincere la gara, passando a un vero 4-4-2, il Napoli lo ha subito colpito negli spazi.
L’unico problema per Sarri è che Gabbiadini (un gol annullato per fuorigioco, al termine di un bel triangolo tra Hamsik e Insigne; un tiro sparacchiato contro il portiere Ederson in uscita, su verticalizzazione di Hamsik) non accenna a sbloccarsi. L’attaccante bergamasco, probabilmente, sta pensando di andare a Fatima per farsi benedire. È stato sostituito da Mertens al 12’ s.t. e il belga, con la prima palla toccata, ha mandato in gol Callejon (assist sontuoso). Alla seconda giocata, imbeccato da Zielinski, Mertens ha infilzato il portiere con un tiro angolato. L’uno-due ha permesso di ammortizzare anche il sesquipedale errore di Albiol nel finale, che è costato il solito gol preso (il Napoli non ha mantenuto mai la porta inviolata nelle ultime sette trasferte di Champions).
Poco male, anche se Sarri farà vedere e rivedere l’errore. Negli ottavi non si può sbagliare. A febbraio, però, il Napoli avrà Milik e, per quello che ha fatto vedere nei suoi primi mesi italiani, il polacco darà una bella mano a un attacco con tante soluzioni. Forse persino troppe, visto il rendimento dei tre «pesi leggeri» ieri sera.
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l'esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull'utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze per inviare messaggi promozionali sulla base dei comportamenti degli utenti. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l'uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.