NAPOLI - Sembravano finiti i tempi delle formazioni lette come filastrocche. Sartiburgnichfacchetti a San Siro, Zoffgentilecabrini al Comunale di Torino, Superchirogoramancin a Campo di Marte, Albertosimartiradonnazignoli all’Amsicora, Negrifurlanispavinato al Comunale di Bologna. E invece quei tempi sono miracolosamente tornati a Napoli e prima ancora, un anno fa, a Empoli. Sono i tempi felici di Maurizio Sarri che passa per innovatore e invece, in fatto di formazioni, è il più grande conservatore di tutta la Serie A. Il Napoli del campionato è Reina-Hysaj-Albiol-Koulibaly-Ghoulam-Allan-Jorginho-Hamsik-Callejon-Higuain-Insigne. Undici titolari e basta. Gli altri giocano in Europa League, che per ora non vale nemmeno la metà del campionato. Più avanti vedremo.
IL CONSERVATORE - Partendo dalla quarta giornata di campionato, quando Sarri contro la Lazio (5-0) ha trovato il punto d’intesa di tutta la squadra, il Napoli ha fatto appena 4 cambi. Non solo: in queste 5 partite, per 4 volte ha giocato la stessa identica formazione, quella sopra citata. Il dato è di per sé interessante, ma acquista ancora più valore per due ragioni. La prima: indica l’indole del tecnico toscano che non va alla ricerca di mille soluzioni, gliene basta una, se quella squadra funziona, se gioca come vuole lui e vince come vogliono i tifosi, non si tocca più. Come si dice, poche idee ma chiare (è un pregio assoluto, non solo nel calcio). Già a Empoli era così, giocavano sempre gli stessi, ovvero: Sepe; Laurini, Tonelli, Rugani, Hysaj; Vecino, Valdifiori, Croce; Saponara; Maccarone e Pucciarelli. Giostrava un po’ i terzini perché Mario Rui era dello stesso livello degli altri, cambiava per infortuni o squalifiche, mai per scelte basate sulle caratteristiche dell’avversario, nonostante l’Empoli non fosse uno squadrone. Era la base di partenza per imporre comunque il suo gioco. E soprattutto rombo era e rombo doveva restare. A Napoli, partenza col rombo e poi squadra dirottata sul 4-3-3 e nemmeno sul modulo si discute più.
LA DIFFERENZA - La seconda ragione di interesse sta nella differenza con le altre squadre che occupano i primi 6 posti della classifica. Solo Mancini si contiene: nelle ultime 5 giornate ha fatto 8 cambi, il doppio di Sarri. Poi si passa a numeri completamente diversi, 10 sostituzioni per Sousa nella Fiorentina, 12 per Garcia (il triplo del tosconapoletano), 14 per Pioli e 16 per Di Francesco (il quadruplo del nostro) che non gioca nemmeno le coppe.
NAPOLI - Sembravano finiti i tempi delle formazioni lette come filastrocche. Sartiburgnichfacchetti a San Siro, Zoffgentilecabrini al Comunale di Torino, Superchirogoramancin a Campo di Marte, Albertosimartiradonnazignoli all’Amsicora, Negrifurlanispavinato al Comunale di Bologna. E invece quei tempi sono miracolosamente tornati a Napoli e prima ancora, un anno fa, a Empoli. Sono i tempi felici di Maurizio Sarri che passa per innovatore e invece, in fatto di formazioni, è il più grande conservatore di tutta la Serie A. Il Napoli del campionato è Reina-Hysaj-Albiol-Koulibaly-Ghoulam-Allan-Jorginho-Hamsik-Callejon-Higuain-Insigne. Undici titolari e basta. Gli altri giocano in Europa League, che per ora non vale nemmeno la metà del campionato. Più avanti vedremo.
IL CONSERVATORE - Partendo dalla quarta giornata di campionato, quando Sarri contro la Lazio (5-0) ha trovato il punto d’intesa di tutta la squadra, il Napoli ha fatto appena 4 cambi. Non solo: in queste 5 partite, per 4 volte ha giocato la stessa identica formazione, quella sopra citata. Il dato è di per sé interessante, ma acquista ancora più valore per due ragioni. La prima: indica l’indole del tecnico toscano che non va alla ricerca di mille soluzioni, gliene basta una, se quella squadra funziona, se gioca come vuole lui e vince come vogliono i tifosi, non si tocca più. Come si dice, poche idee ma chiare (è un pregio assoluto, non solo nel calcio). Già a Empoli era così, giocavano sempre gli stessi, ovvero: Sepe; Laurini, Tonelli, Rugani, Hysaj; Vecino, Valdifiori, Croce; Saponara; Maccarone e Pucciarelli. Giostrava un po’ i terzini perché Mario Rui era dello stesso livello degli altri, cambiava per infortuni o squalifiche, mai per scelte basate sulle caratteristiche dell’avversario, nonostante l’Empoli non fosse uno squadrone. Era la base di partenza per imporre comunque il suo gioco. E soprattutto rombo era e rombo doveva restare. A Napoli, partenza col rombo e poi squadra dirottata sul 4-3-3 e nemmeno sul modulo si discute più.
LA DIFFERENZA - La seconda ragione di interesse sta nella differenza con le altre squadre che occupano i primi 6 posti della classifica. Solo Mancini si contiene: nelle ultime 5 giornate ha fatto 8 cambi, il doppio di Sarri. Poi si passa a numeri completamente diversi, 10 sostituzioni per Sousa nella Fiorentina, 12 per Garcia (il triplo del tosconapoletano), 14 per Pioli e 16 per Di Francesco (il quadruplo del nostro) che non gioca nemmeno le coppe.
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