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Napoli, De Laurentiis: «Higuain non voleva Callejon»
Il presidente rompe il silenzio stampa e parla ai quotidiani spagnoli prima del match con il Real Madrid. Poi svela: «Avrei voluto Allegri prima di Benitez»
lunedì 6 marzo 2017
corrieredellosport.it

ROMA - Alla viglia di Napoli-Real Madrid Aurelio De Laurentiis rompe il silenzio stampa e torna a parlare. Il presidente del Napoli lo ha fatto in una lunga intervista al quotidiano spagnolo "El Pais".

Ecco alcuni estratti

CINEMA E CALCIO - "Nel calcio ho applicato le regole del cinema. E guardate, sono l'unico che detiene i diritti di immagine di tutti i suoi calciatori. Quando presi Higuain fu una trattativa molto complicata: il Real ne deteneva soltanto il 50%".

HIGUAIN - "Il Real non gli ha dato la visibilità che ha trovato nel Napoli. Però a volte i media creano eroi che non sempre riescono a supportare un peso culturale e identitario. Sono ragazzi giovani. Però ci sono altri giocatori che io considero parte della mia famiglia e mi vedono come un padre. Quelli che non sono così, meglio venderli dopo tre anni. Higuain ha disputato una delle sue migliori stagioni, ma l'anno prima ci aveva fatto perdere la qualificazione in Champions sbagliando il rigore decisivo (contro la Lazio, ndr).

«VIA CALLEJON» - "Il nostro rapporto? Non andavo a cena con lui, ma conoscevo bene la sua famiglia, ha un padre straordinario. Il fratello mi diceva sempre: 'A Gonzalo non piace giocare con Callejon, compra altri giocatori'. Non l'ho mai preso in considerazione perché io amo Callejon ed è per questo che gli ho fatto un contratto di altri quattro anni. Non sono un uomo che accetta compromessi".

BENITEZ - "Rafa è un grande allenatore, conoscitore di calcio, ma che ha confuso quello inglese con lo spagnolo e l'italiano. E' stato un suo limite. Era estremamente innamorato di quella città che ha i Beatles e il calcio. Però a parte questo non so cosa altro: io ho vissuto a Madrid, dove ho passato un periodo meraviglioso, lo stesso a Barcellona. Ma a Liverpool?".

ALLEGRI - "Prima di Benitez, in realtà, avrei voluto Allegri. Per lui avevo un amore assoluto quando allenava il Milan e un giorno gli chiesi di venire. L'ho chiamato per tre mesi, ma mi diceva sempre di aspettare. Così a un certo punto pensammo a Benitez, lo incontrai a Londra e mi piacque. Sembrava un napoletano, era simpatico, mi invitò a mangiare e facemmo il contratto. E quando tornai a Roma mi chiamò Allegri e mi disse: 'Presente, io sono disponibile'".

MARADONA - El Pais gli chiede se sia complicato dirigere il Napoli con l'ombra di una leggenda come Maradona. "No, è un onore - conclude De Laurentiis -. E' come quando feci il mio primo film con Alberto Sordi. Però guardi, ieri ho rivisto in tv tutte le partite del Napoli con la Roma all'Olimpico dal '79 al '90 e le perse tutte, anche quando c'era Maradona. Mi sono detto: 'cavolo'. L'ombra di Diego è un privilegio, però siamo onesti: il Napoli non ha vinto tanto nella sua storia. Ha avuto grandi giocatori, ma soprattutto Maradona. Nei miei 12 anni di gestione siamo l'unica squadra a qualificarsi per 7 anni di fila per le coppe europee. Ho i conti in regola e una squadra da record. Però essendoci stato Maradona, sembra che io non abbia fatto nulla...".

Aurelio DE LAURENTIIS

Italia

José María CALLEJON

Spagna

profilo
Gonzalo HIGUAIN

Napoli, De Laurentiis: «Higuain non voleva Callejon»
Il presidente rompe il silenzio stampa e parla ai quotidiani spagnoli prima del match con il Real Madrid. Poi svela: «Avrei voluto Allegri prima di Benitez»
lunedì 6 marzo 2017
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ROMA - Alla viglia di Napoli-Real Madrid Aurelio De Laurentiis rompe il silenzio stampa e torna a parlare. Il presidente del Napoli lo ha fatto in una lunga intervista al quotidiano spagnolo "El Pais".

Ecco alcuni estratti

CINEMA E CALCIO - "Nel calcio ho applicato le regole del cinema. E guardate, sono l'unico che detiene i diritti di immagine di tutti i suoi calciatori. Quando presi Higuain fu una trattativa molto complicata: il Real ne deteneva soltanto il 50%".

HIGUAIN - "Il Real non gli ha dato la visibilità che ha trovato nel Napoli. Però a volte i media creano eroi che non sempre riescono a supportare un peso culturale e identitario. Sono ragazzi giovani. Però ci sono altri giocatori che io considero parte della mia famiglia e mi vedono come un padre. Quelli che non sono così, meglio venderli dopo tre anni. Higuain ha disputato una delle sue migliori stagioni, ma l'anno prima ci aveva fatto perdere la qualificazione in Champions sbagliando il rigore decisivo (contro la Lazio, ndr).

«VIA CALLEJON» - "Il nostro rapporto? Non andavo a cena con lui, ma conoscevo bene la sua famiglia, ha un padre straordinario. Il fratello mi diceva sempre: 'A Gonzalo non piace giocare con Callejon, compra altri giocatori'. Non l'ho mai preso in considerazione perché io amo Callejon ed è per questo che gli ho fatto un contratto di altri quattro anni. Non sono un uomo che accetta compromessi".

BENITEZ - "Rafa è un grande allenatore, conoscitore di calcio, ma che ha confuso quello inglese con lo spagnolo e l'italiano. E' stato un suo limite. Era estremamente innamorato di quella città che ha i Beatles e il calcio. Però a parte questo non so cosa altro: io ho vissuto a Madrid, dove ho passato un periodo meraviglioso, lo stesso a Barcellona. Ma a Liverpool?".

ALLEGRI - "Prima di Benitez, in realtà, avrei voluto Allegri. Per lui avevo un amore assoluto quando allenava il Milan e un giorno gli chiesi di venire. L'ho chiamato per tre mesi, ma mi diceva sempre di aspettare. Così a un certo punto pensammo a Benitez, lo incontrai a Londra e mi piacque. Sembrava un napoletano, era simpatico, mi invitò a mangiare e facemmo il contratto. E quando tornai a Roma mi chiamò Allegri e mi disse: 'Presente, io sono disponibile'".

MARADONA - El Pais gli chiede se sia complicato dirigere il Napoli con l'ombra di una leggenda come Maradona. "No, è un onore - conclude De Laurentiis -. E' come quando feci il mio primo film con Alberto Sordi. Però guardi, ieri ho rivisto in tv tutte le partite del Napoli con la Roma all'Olimpico dal '79 al '90 e le perse tutte, anche quando c'era Maradona. Mi sono detto: 'cavolo'. L'ombra di Diego è un privilegio, però siamo onesti: il Napoli non ha vinto tanto nella sua storia. Ha avuto grandi giocatori, ma soprattutto Maradona. Nei miei 12 anni di gestione siamo l'unica squadra a qualificarsi per 7 anni di fila per le coppe europee. Ho i conti in regola e una squadra da record. Però essendoci stato Maradona, sembra che io non abbia fatto nulla...".

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