SASSUOLO - "Cosa porto in Cina? Le lacrime dei miei compagni di squadra, il calcio finisce ma la vita continua. Spero di aver lasciato una cosa ai ragazzi che ho incontrato. Ho sempre avuto la voglia di andare al campo di quando andavo da bambino alla scuola calcio. Non mi ha mai pesato un allenamento, un ritiro precampionato, una trasferta... spero di aver lasciato questo a chi ha avuto il piacere di fare questo viaggio con te". Così in un'intervista al Corriere dello Sport l'ex capitano del Napoli Paolo Cannavaro dopo la decisione di lasciare il calcio per l'avventura in Cina con suo fratello.
A proposito della Cina dice: "Sono stato solo due volte, per tournée estive anni fa. Mi sono preparato nell’ultimo periodo e ora è il caso di dire ‘anno nuovo, vita nuova’. La lingua? Difficile eh… vorrà dire che intanto imparerò l’inglese. Inizierò dal ritiro precampionato e dovrò capire dove sto e cosa c’è da fare. Certo che, appena finito di giocare iniziare da collaboratore dell’allenatore, è un privilegio. In questi anni ho visto poco mio fratello, la vita ci ha divisi già da giovanissimi e sono contento di stare con lui, onestamente non vedo l’ora di iniziare questa avventura. Il mio compito sarà quello di assistere Fabio a 360 gradi e anche di allenare la squadra riserve: un lavoro che sarà già da subito una full immersion".
Dalla Cina come vedrà la lotta per lo scudetto che vede impegnato il ‘suo’ Napoli? "La guarderò da lontano... Ho una sola speranza e non vi dico qual è, perché tanto la conoscete già...".
Come è stato il suo rapporto coi tifosi a Sassuolo? Molto diverso rispetto a Napoli? "Ho trovato un tifo che mi ha accolto bene a Sassuolo, naturalmente numericamente è impossibile fare paragoni con Napoli. Ma anche qui ho trovato tanto affetto e ho visto piangere diverse persone in questi giorni. Ringrazierò sempre tifosi del Sassuolo per un motivo particolare: hanno accettato il mio filo diretto con Napoli che non potevo staccare. Al San Paolo mi hanno visto sotto la curva e non mi hanno fatto mai pesare questo, hanno sempre rispettato la mia passione per la squadra azzurra".
SASSUOLO - "Cosa porto in Cina? Le lacrime dei miei compagni di squadra, il calcio finisce ma la vita continua. Spero di aver lasciato una cosa ai ragazzi che ho incontrato. Ho sempre avuto la voglia di andare al campo di quando andavo da bambino alla scuola calcio. Non mi ha mai pesato un allenamento, un ritiro precampionato, una trasferta... spero di aver lasciato questo a chi ha avuto il piacere di fare questo viaggio con te". Così in un'intervista al Corriere dello Sport l'ex capitano del Napoli Paolo Cannavaro dopo la decisione di lasciare il calcio per l'avventura in Cina con suo fratello.
A proposito della Cina dice: "Sono stato solo due volte, per tournée estive anni fa. Mi sono preparato nell’ultimo periodo e ora è il caso di dire ‘anno nuovo, vita nuova’. La lingua? Difficile eh… vorrà dire che intanto imparerò l’inglese. Inizierò dal ritiro precampionato e dovrò capire dove sto e cosa c’è da fare. Certo che, appena finito di giocare iniziare da collaboratore dell’allenatore, è un privilegio. In questi anni ho visto poco mio fratello, la vita ci ha divisi già da giovanissimi e sono contento di stare con lui, onestamente non vedo l’ora di iniziare questa avventura. Il mio compito sarà quello di assistere Fabio a 360 gradi e anche di allenare la squadra riserve: un lavoro che sarà già da subito una full immersion".
Dalla Cina come vedrà la lotta per lo scudetto che vede impegnato il ‘suo’ Napoli? "La guarderò da lontano... Ho una sola speranza e non vi dico qual è, perché tanto la conoscete già...".
Come è stato il suo rapporto coi tifosi a Sassuolo? Molto diverso rispetto a Napoli? "Ho trovato un tifo che mi ha accolto bene a Sassuolo, naturalmente numericamente è impossibile fare paragoni con Napoli. Ma anche qui ho trovato tanto affetto e ho visto piangere diverse persone in questi giorni. Ringrazierò sempre tifosi del Sassuolo per un motivo particolare: hanno accettato il mio filo diretto con Napoli che non potevo staccare. Al San Paolo mi hanno visto sotto la curva e non mi hanno fatto mai pesare questo, hanno sempre rispettato la mia passione per la squadra azzurra".
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