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domenica 3 marzo 2019
Napoli - Juventus
1-2
Serie A
Stadio San Paolo di Napoli

De Laurentiis: «Ancelotti per sempre. Mi piacciono Lozano e Fornals»
Il presidente azzurro: «Ancelotti con noi a lungo sarebbe un regalo. Sempre sereno, capace di far bene ovunque: qualità che non appartiene a tutti gli allenatori. Con la Juve è la sfida delle sfide»
sabato 2 marzo 2019
corrieredellosport.it

NAPOLI - Datemi un pallone: l’estate del 2004 (e chi può averla dimenticata?), con le uova che volavano nell’afa e nel dolore, e un utopista che s’aggirava a Castel Capuano, dove s’era infranto un sogno. «Abbiate fiducia ». Quindici anni e non sentirli affatto, perché intanto dalle scartoffie della Fallimentare è riemersa la speranza e poi è divenuta una certezza che si chiama Napoli, l’anti-Juventus per eccellenza, capace di vivere in questa Galassia ch’è il calcio da protagonista, di lambire lo scudetto e di regalarsi un orizzonte. Il tempo è volato via e qualcosa è cambiato: è finita l’epoca opaca e ora c’è la trasparenza, c’è vita, c’è di nuovo un pallone che rotola, vibrando e non è un’utopia. Si chiama Napoli.

E’ arrivata la Partita e Napoli si è svegliata, presidente De Laurentiis. 

«E non può che farmi piacere: questa serata ha sempre un suo perché anche in termini sociali. Si grida al miracolo di Milano, ritenuta dagli indicatori di massa, la città guida dell’Europa e mi viene da ridere, perché gli italiani sembra che ignorino il valore di Napoli, di Roma, di Firenze, di Venezia, di Palermo, di bellezze naturali e dunque artistiche turistiche, capaci di attrarre uomini da ogni angolo della Terra. La cultura è qua».

Spostiamoci nel calcio e stavolta l’etichetta di Napoli-Juventus la scelga lei. 

«E’ la sfida delle sfide ormai da dieci anni. Napoli e Juventus sono i club che sono riusciti a rianimarsi dopo gli sconquassi del passato, il Fallimento per noi e Calciopoli per loro. Si possono considerare due regine europee da fare anche invidia ad altre Nazioni. Ci piacerebbe poter ospitare in un contesto più italiano e meno discriminante».

Ancelotti in love...

«Mi colpisce la sua serenità ma principalmente la capacità di riprodurre se stesso in ogni angolo d’Europa, elemento che non appartiene a chiunque, a chi per esempio non riesce ad ottenere gli stessi risultati in altri luoghi. Lui invece è sempre lo stesso, ti offre la percezione di essere sempre vivo, pure in assenza di risultati momentanei. E’ contagioso con la sua tranquillità, coinvolto ed esigentissimo. Ed ha uno staff incredibile».

E vuole restare a Napoli a lungo, qualcuno sospetta per sempre. 

«Mi farebbe il regalo più bello della mia esistenza. E poi mi permetterebbe anche di andare più spesso a Los Angeles a realizzare ciò che non ho potuto negli ultimi quindici anni. Mi verrebbe da dire, e lo dico anche se immagino poi le battute: ma quante centinaia di milioni di dollari ho perso, in questi tre lustri?».

Lozano ha 24 anni, Fornals ne ha ventitré. 

«Ed è vero che mi piacciono sia l’uno che l’altro, ma questo non basta, come sapete. Ogni anno entrano nuovi attori, che mesi prima non godevano di attenzione: noi stiamo al gioco, anche se adesso le figure dei procuratori rendono più complicate situazioni apparentemente semplici».

Hirving LOZANO

Messico

domenica 3 marzo 2019
Napoli - Juventus
1-2
Napoli
Juventus
Serie A
Stadio San Paolo di Napoli

Aurelio DE LAURENTIIS

Italia

De Laurentiis: «Ancelotti per sempre. Mi piacciono Lozano e Fornals»
Il presidente azzurro: «Ancelotti con noi a lungo sarebbe un regalo. Sempre sereno, capace di far bene ovunque: qualità che non appartiene a tutti gli allenatori. Con la Juve è la sfida delle sfide»
sabato 2 marzo 2019
corrieredellosport.it

NAPOLI - Datemi un pallone: l’estate del 2004 (e chi può averla dimenticata?), con le uova che volavano nell’afa e nel dolore, e un utopista che s’aggirava a Castel Capuano, dove s’era infranto un sogno. «Abbiate fiducia ». Quindici anni e non sentirli affatto, perché intanto dalle scartoffie della Fallimentare è riemersa la speranza e poi è divenuta una certezza che si chiama Napoli, l’anti-Juventus per eccellenza, capace di vivere in questa Galassia ch’è il calcio da protagonista, di lambire lo scudetto e di regalarsi un orizzonte. Il tempo è volato via e qualcosa è cambiato: è finita l’epoca opaca e ora c’è la trasparenza, c’è vita, c’è di nuovo un pallone che rotola, vibrando e non è un’utopia. Si chiama Napoli.

E’ arrivata la Partita e Napoli si è svegliata, presidente De Laurentiis. 

«E non può che farmi piacere: questa serata ha sempre un suo perché anche in termini sociali. Si grida al miracolo di Milano, ritenuta dagli indicatori di massa, la città guida dell’Europa e mi viene da ridere, perché gli italiani sembra che ignorino il valore di Napoli, di Roma, di Firenze, di Venezia, di Palermo, di bellezze naturali e dunque artistiche turistiche, capaci di attrarre uomini da ogni angolo della Terra. La cultura è qua».

Spostiamoci nel calcio e stavolta l’etichetta di Napoli-Juventus la scelga lei. 

«E’ la sfida delle sfide ormai da dieci anni. Napoli e Juventus sono i club che sono riusciti a rianimarsi dopo gli sconquassi del passato, il Fallimento per noi e Calciopoli per loro. Si possono considerare due regine europee da fare anche invidia ad altre Nazioni. Ci piacerebbe poter ospitare in un contesto più italiano e meno discriminante».

Ancelotti in love...

«Mi colpisce la sua serenità ma principalmente la capacità di riprodurre se stesso in ogni angolo d’Europa, elemento che non appartiene a chiunque, a chi per esempio non riesce ad ottenere gli stessi risultati in altri luoghi. Lui invece è sempre lo stesso, ti offre la percezione di essere sempre vivo, pure in assenza di risultati momentanei. E’ contagioso con la sua tranquillità, coinvolto ed esigentissimo. Ed ha uno staff incredibile».

E vuole restare a Napoli a lungo, qualcuno sospetta per sempre. 

«Mi farebbe il regalo più bello della mia esistenza. E poi mi permetterebbe anche di andare più spesso a Los Angeles a realizzare ciò che non ho potuto negli ultimi quindici anni. Mi verrebbe da dire, e lo dico anche se immagino poi le battute: ma quante centinaia di milioni di dollari ho perso, in questi tre lustri?».

Lozano ha 24 anni, Fornals ne ha ventitré. 

«Ed è vero che mi piacciono sia l’uno che l’altro, ma questo non basta, come sapete. Ogni anno entrano nuovi attori, che mesi prima non godevano di attenzione: noi stiamo al gioco, anche se adesso le figure dei procuratori rendono più complicate situazioni apparentemente semplici».

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