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Kvaratskhelia: «Faccio di tutto per ripagare l'amore dei tifosi del Napoli»
Il georgiano in un documentario parla di tutto. Su Spalletti: “E' una persona interessante e positiva, sto imparando tanto da lui”
venerdì 18 novembre 2022
corrieredellosport.it

TBILISI - Kvicha Kvaratskhelia a cuore aperto nel documentario pubblicato sui social, sul canale a lui dedicato, Crocobet. Parla di tutto, in primo piano naturalmente la sua esperienza in Italia e al Napoli. Ma affronta anche discorsi maggiormente personali, il rapporto con la città e con la lingua, come si svolgono le sue mattine prima di allenarsi. Svicola solo dalla vita privata.

Un bagno di affetto quello che ha trovato Kvara: “I tifosi del Napoli mi incoraggiano molto. Le persone vogliono foto, autografi, mi dicono cose affettuose. E' una grande responsabilità per me ricevere così tanto amore. Sento di doverlo restituire allo stadio. Faccio di tutto per renderli felici. Città? Ci cammino raramente, non ci vado quasi mai. Le persone sono innamorate del calcio in generale. La prima cosa che ho notato quando sono arrivato è che qui si vive di calcio, tutti, non importa l'età o il sesso, tutti sanno tutto”.

Se in campo è cresciuto esponenzialmente, a livello di lingua non si può dire la stessa cosa: “Ho pochissimo tempo per imparare l'italiano, dopo l'allenamento non ho la forza, ma sto andando da una brava insegnante. So dire 'grazie e bene, tu?'”.

L'intervista è precedente alla rapina che ha portato il georgiano e la fidanzata a lasciare Cuma, ma la sua routine - tempi a parte - dovrebbe essere più o meno la stessa: “Mi alzo alle 8, ci metto 15 minuti per arrivare al campo. Faccio colazione e poi mi alleno".

Si isola, Kvara, da tutto ciò che potrebbe distrarlo: “I commenti non li leggo, potrebbero influenzarmi, tendo a essere grato a chi mi supporta. Uso invece i commenti negativi come motivazione a fare meglio dimostrando in campo quel che posso. Se qualcosa non funziona, rimango da solo e discuto con me stesso per capire dove ho sbagliato. Uso questa rabbia durante l'allenamento per migliorare”.

Spalletti e i compagni: “E' una persona interessante e positiva, sto imparando tanto da lui, è un allenatore fantastico. Imparo molto anche dai compagni, sono tutti molto forti. Siamo una grande famiglia. Giochiamo ogni tre giorni ma quando possiamo usciamo insieme, siamo in buoni rapporti, c'è un'atmosfera positiva nello spogliatoio”.

Un sogno si è avverato a settembre, la Champions: “Non avrei mai pensato di giocarci, sentivo l'inno da bambino, era il mio sogno. Ascoltare l'inno ti dà un'energia che non trovi da nessuna parte. Ho provato queste sensazioni quando ho giocato col Liverpool la prima partita e questo mi ha aiutato molto”. Lui e il calcio si sono conosciuti presto: “Non ho mai pensato di rinunciare al calcio da piccolo, la mia famiglia e i miei amici mi hanno sempre sostenuto”.

Particolarmente riservato sulla vita privata, Kvaratskhelia: “La fidanzata? Non la menziono perché è parte della mia famiglia. Ho difficoltà a esprimere le emozioni, tengo tutto dentro. A 17 anni sono andato per la prima volta in un altro paese, ora i miei fratelli sono con me, poi ritornano, vanno e vengono".

Khvicha KVARATSKHELIA

Georgia

Kvaratskhelia: «Faccio di tutto per ripagare l'amore dei tifosi del Napoli»
Il georgiano in un documentario parla di tutto. Su Spalletti: “E' una persona interessante e positiva, sto imparando tanto da lui”
venerdì 18 novembre 2022
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TBILISI - Kvicha Kvaratskhelia a cuore aperto nel documentario pubblicato sui social, sul canale a lui dedicato, Crocobet. Parla di tutto, in primo piano naturalmente la sua esperienza in Italia e al Napoli. Ma affronta anche discorsi maggiormente personali, il rapporto con la città e con la lingua, come si svolgono le sue mattine prima di allenarsi. Svicola solo dalla vita privata.

Un bagno di affetto quello che ha trovato Kvara: “I tifosi del Napoli mi incoraggiano molto. Le persone vogliono foto, autografi, mi dicono cose affettuose. E' una grande responsabilità per me ricevere così tanto amore. Sento di doverlo restituire allo stadio. Faccio di tutto per renderli felici. Città? Ci cammino raramente, non ci vado quasi mai. Le persone sono innamorate del calcio in generale. La prima cosa che ho notato quando sono arrivato è che qui si vive di calcio, tutti, non importa l'età o il sesso, tutti sanno tutto”.

Se in campo è cresciuto esponenzialmente, a livello di lingua non si può dire la stessa cosa: “Ho pochissimo tempo per imparare l'italiano, dopo l'allenamento non ho la forza, ma sto andando da una brava insegnante. So dire 'grazie e bene, tu?'”.

L'intervista è precedente alla rapina che ha portato il georgiano e la fidanzata a lasciare Cuma, ma la sua routine - tempi a parte - dovrebbe essere più o meno la stessa: “Mi alzo alle 8, ci metto 15 minuti per arrivare al campo. Faccio colazione e poi mi alleno".

Si isola, Kvara, da tutto ciò che potrebbe distrarlo: “I commenti non li leggo, potrebbero influenzarmi, tendo a essere grato a chi mi supporta. Uso invece i commenti negativi come motivazione a fare meglio dimostrando in campo quel che posso. Se qualcosa non funziona, rimango da solo e discuto con me stesso per capire dove ho sbagliato. Uso questa rabbia durante l'allenamento per migliorare”.

Spalletti e i compagni: “E' una persona interessante e positiva, sto imparando tanto da lui, è un allenatore fantastico. Imparo molto anche dai compagni, sono tutti molto forti. Siamo una grande famiglia. Giochiamo ogni tre giorni ma quando possiamo usciamo insieme, siamo in buoni rapporti, c'è un'atmosfera positiva nello spogliatoio”.

Un sogno si è avverato a settembre, la Champions: “Non avrei mai pensato di giocarci, sentivo l'inno da bambino, era il mio sogno. Ascoltare l'inno ti dà un'energia che non trovi da nessuna parte. Ho provato queste sensazioni quando ho giocato col Liverpool la prima partita e questo mi ha aiutato molto”. Lui e il calcio si sono conosciuti presto: “Non ho mai pensato di rinunciare al calcio da piccolo, la mia famiglia e i miei amici mi hanno sempre sostenuto”.

Particolarmente riservato sulla vita privata, Kvaratskhelia: “La fidanzata? Non la menziono perché è parte della mia famiglia. Ho difficoltà a esprimere le emozioni, tengo tutto dentro. A 17 anni sono andato per la prima volta in un altro paese, ora i miei fratelli sono con me, poi ritornano, vanno e vengono".

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