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domenica 6 dicembre 2015
Bologna - Napoli
3-2
Serie A
Stadio Dall`Ara di Bologna

Serie A

Quattordici scalini in sei anni: Donadoni ritrova il Napoli, un'unica costante con la sua avventura
Roberto Donadoni ed il Napoli. Una storia durata poco, appena sette mesi. Una storia mai decollata, un feeling mai scattato con la piazza. Domenica.
venerdì 4 dicembre 2015
tuttonapoli.net
Roberto Donadoni ed il Napoli. Una storia durata poco, appena sette mesi. Una storia mai decollata, un feeling mai scattato con la piazza. Domenica saranno ancora di fronte, e non è la prima volta da quando l'ex ct dell'Italia lasciò il suo incarico all'ombra del Vesuvio con la squadra al quindicesimo posto in campionato. Ma dalla sua ultima gara sulla panchina azzurra, il Napoli è cambiato. Eccome se è cambiato. Una squadra totalmente diversa rispetto a quel Napoli che avrebbe poi abbracciato Mazzarri in seguita alla dipartita di Donadoni.Fu la Roma, l'ultima squadra contro la quale Donadoni si misurò da allenatore del Napoli. In un pomeriggio d'autunno, la squadra azzurra cadde sotto i colpi degli uomini allenati allora da Claudio Ranieri. Un modulo totalmente diverso rispetto a quello adottato oggi da Sarri, partendo dalla difesa a tre che sarebbe stata poi portata avanti anche da Mazzarri. C'era Maggio, oggi superstite dopo sei anni anni di onorata carriera in maglia azzurra. C'era ben due argentini a guidare l'attacco azzurro, quel pocho Lavezzi mai dimenticato e quel Denis dai 14 gol totali in settantuno presenze con la maglia azzurra. Gli stessi gol fatti fino a questo momento da Higuain dall'inizio di questa stagione. Da un argentino ad un altro, il passo non è poi cosi breve. C'era Luca Cigarini, quello che sarebbe dovuto essere il famoso regista che De Laurentiis tanto desiderava avere - come spesso il presidente ricorda quando di parla di Verratti - ma che non ebbe grande successo. Alla fine il patron ci è riuscito, portandone addirittura due come Jorginho e Valdifiori.Ma una costante tra il Napoli di Donadoni e quello di oggi c'è. Una costante che oggi porta la fascia di capitano e che lavora minuziosamente nella camera di regia della squadra azzurra. C'era anche Marek Hamsik in quel 4 ottobre di sei anni fa, contro la Roma. Lui era in campo, come lo è anche oggi con Sarri. Lui guidava il Napoli, come fa oggi dalle quinte del centrocampo. Quell'anno furono 12 gol e 6 assist, uno proprio contro la Roma. Oggi come allora. La costante del Napoli si chiama Marek Hamsik, testimone di un passato e bandiera per il futuro. Un futuro che vedrà anche Roberto Donadoni sulla strada degli azzurri. Dal quindicesimo al primo posto, quattordici scalini in sei anni. Ma la salita, come insegna mister Sarri, è ancora lunga.  
domenica 6 dicembre 2015
Bologna - Napoli
3-2
Bologna
Napoli
Serie A
Stadio Dall`Ara di Bologna

Roberto DONADONI

Italia

profilo
Walter MAZZARRI

Quattordici scalini in sei anni: Donadoni ritrova il Napoli, un'unica costante con la sua avventura
Roberto Donadoni ed il Napoli. Una storia durata poco, appena sette mesi. Una storia mai decollata, un feeling mai scattato con la piazza. Domenica.
venerdì 4 dicembre 2015
tuttonapoli.net
Roberto Donadoni ed il Napoli. Una storia durata poco, appena sette mesi. Una storia mai decollata, un feeling mai scattato con la piazza. Domenica saranno ancora di fronte, e non è la prima volta da quando l'ex ct dell'Italia lasciò il suo incarico all'ombra del Vesuvio con la squadra al quindicesimo posto in campionato. Ma dalla sua ultima gara sulla panchina azzurra, il Napoli è cambiato. Eccome se è cambiato. Una squadra totalmente diversa rispetto a quel Napoli che avrebbe poi abbracciato Mazzarri in seguita alla dipartita di Donadoni.Fu la Roma, l'ultima squadra contro la quale Donadoni si misurò da allenatore del Napoli. In un pomeriggio d'autunno, la squadra azzurra cadde sotto i colpi degli uomini allenati allora da Claudio Ranieri. Un modulo totalmente diverso rispetto a quello adottato oggi da Sarri, partendo dalla difesa a tre che sarebbe stata poi portata avanti anche da Mazzarri. C'era Maggio, oggi superstite dopo sei anni anni di onorata carriera in maglia azzurra. C'era ben due argentini a guidare l'attacco azzurro, quel pocho Lavezzi mai dimenticato e quel Denis dai 14 gol totali in settantuno presenze con la maglia azzurra. Gli stessi gol fatti fino a questo momento da Higuain dall'inizio di questa stagione. Da un argentino ad un altro, il passo non è poi cosi breve. C'era Luca Cigarini, quello che sarebbe dovuto essere il famoso regista che De Laurentiis tanto desiderava avere - come spesso il presidente ricorda quando di parla di Verratti - ma che non ebbe grande successo. Alla fine il patron ci è riuscito, portandone addirittura due come Jorginho e Valdifiori.Ma una costante tra il Napoli di Donadoni e quello di oggi c'è. Una costante che oggi porta la fascia di capitano e che lavora minuziosamente nella camera di regia della squadra azzurra. C'era anche Marek Hamsik in quel 4 ottobre di sei anni fa, contro la Roma. Lui era in campo, come lo è anche oggi con Sarri. Lui guidava il Napoli, come fa oggi dalle quinte del centrocampo. Quell'anno furono 12 gol e 6 assist, uno proprio contro la Roma. Oggi come allora. La costante del Napoli si chiama Marek Hamsik, testimone di un passato e bandiera per il futuro. Un futuro che vedrà anche Roberto Donadoni sulla strada degli azzurri. Dal quindicesimo al primo posto, quattordici scalini in sei anni. Ma la salita, come insegna mister Sarri, è ancora lunga.  

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