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Napoli sogna lo scudetto: ecco i cinque segreti del successo
Tecnica, risultati, uomini, cifre della squadra di Sarri ne fanno già un’eccellenza italiana
lunedì 23 gennaio 2017
corrieredellosport.it

NAPOLI - La risposta secca e immediata della Juve (e della Roma) non toglie al Napoli la grandezza della sua prima mezz’ora di San Siro. E non rimpicciolisce neppure quello che Sarri ha chiamato «un piccolo salto di qualità», individuato nella sofferenza di sessanta durissimi minuti combattuti in mezzo al furore milanista. Premesso che per noi il salto di qualità del Napoli, se così va definito, è da rintracciare in quella splendida mezz’ora di stradominio tecnico e tattico più che nella seconda parte della gara, molto (troppo) difensiva e piena di errori, è un fatto che questa squadra possa e debba sentirsi ancora in corsa per lo scudetto.

LA QUALITA' DEL GIOCOUn palleggio continuo che ammalia: poesia tra tanto calcio-prosa San Siro è il campo di Arrigo Sacchi. Ai suoi tempi, nessun avversario osava pensare a una partita di dominio quando entrava in quello stadio. E’ vero che sono passati trent’anni, ma da allora poche squadre hanno marchiato a fuoco una partita contro il Milan, a San Siro, come ha fatto il Napoli nella prima mezz’ora di sabato sera. Veder palleggiare Hamsik, Jorginho e Insigne in una ristrettissima porzione di campo, un tocco e a volte...mezzo tocco, è stato uno spettacolo. Il Napoli, con quel palleggio, costruisce un fortino impenetrabile per gli avversari: se non commettono fallo, non prendono palla.

LA CONDIZIONE ATLETICAA S.Siro arrembante poi senza cedimenti: segno di freschezza Per portare a casa i 3 punti, il Napoli si è difeso. Per Sarri è una qualità in più, ora la sua squadra sa anche soffrire. In quel lungo periodo di Milan arrembante, i momenti di vero affanno sono stati pochi. Il Napoli aveva speso tanto nella prima mezz’ora, poi è arretrato, però senza crollare, senza cedimeti strutturali. E soprattutto, ogni volta che ne ha avuto la possibilità, è ripartito veloce in contropiede. Questo è il sintomo di una eccellente condizione fisica e atletica, nonostante che il trio d’attacco, per l’assenza prolungata di Milik e per le note difficoltà di ambientamento tattico di Gabbiadini, sia stato super sfruttato.

IL RILANCIO DI INSIGNELorenzo sempre più magnifico: passaggi assist e gol d’autore A un certo punto ha visto Donnarumma fuori dall’area di rigore. Ha alzato lo sguardo e lì in mezzo gli è passato quel filo di follia che separa i giocatori normali dai giocatori geniali. Insigne era a metà campo e ha mirato la porta, la palla è finita poco oltre la traversa. Lorenzo ha finito la partita di San Siro con la fascia di capitano al braccio, ereditata da Hamsik, eppure non si è mai sentito dentro il Napoli come dovrebbe sentirsi un napoletano. La gente se ne innamora e subito se ne disamora. Ha un rapporto strano, fantastico e conflittuale, con Napoli e col Napoli.

REINA E ALBIOL AL TOPEcco l’asse spagnolo che prima protegge e dopo rilancia l’azione Pizzicato da Montella alla vigilia, Reina ha giocato una partita...dimostrativa. Sentiva di doversi comportare nel modo più sportivo e avvertiva la necessità di non commettere errori. Reina ha giocato una partita di questo tipo e non l’ha sbagliata. Davanti a sé aveva Albiol, orfano della sua rude metà calcistica, Koulibaly, e alle prese con le prime e inattese malefatte del suo nuovo collega di reparto Tonelli. Reina-Albiol è l’asse spagnolo col quale il Napoli si protegge e si rilancia. Due caratteristiche li accomunano: la personalità e la capacità di costruire il gioco. I piedi del portiere sono piedi da centrocampista. 

I NUMERI DA SOGNO E’ una striscia da 10. Piovono i tiri e le reti da padroni della pallaCi sono dei numeri, nel campionato del Napoli, che spiegano bene la qualità del suo gioco e la sostanza delle sue ambizioni. Meglio, sono numeri che definiscono il lungo momento positivo e l’eccellente (a volte straordinario) livello di calcio. Il primo di questi dati è l’imbattibilità: la squadra di Sarri non perde da 10 giornate durante le quali ha ottenuto 7 vittorie e 3 pareggi, l’ultima sconfitta è del 29 ottobre allo Juventus Stadium. Poi, nelle ultime 7 gare, ha segnato 21 gol, con una media di 3 reti ogni 90 minuti. Questo rilancio in fatto di reti ha portato l’attacco del Napoli a quota 47 in 21 giornate: è la cifra record per la storia del club di De Laurentiis.

Lorenzo INSIGNE

Italia

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Napoli sogna lo scudetto: ecco i cinque segreti del successo
Tecnica, risultati, uomini, cifre della squadra di Sarri ne fanno già un’eccellenza italiana
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NAPOLI - La risposta secca e immediata della Juve (e della Roma) non toglie al Napoli la grandezza della sua prima mezz’ora di San Siro. E non rimpicciolisce neppure quello che Sarri ha chiamato «un piccolo salto di qualità», individuato nella sofferenza di sessanta durissimi minuti combattuti in mezzo al furore milanista. Premesso che per noi il salto di qualità del Napoli, se così va definito, è da rintracciare in quella splendida mezz’ora di stradominio tecnico e tattico più che nella seconda parte della gara, molto (troppo) difensiva e piena di errori, è un fatto che questa squadra possa e debba sentirsi ancora in corsa per lo scudetto.

LA QUALITA' DEL GIOCOUn palleggio continuo che ammalia: poesia tra tanto calcio-prosa San Siro è il campo di Arrigo Sacchi. Ai suoi tempi, nessun avversario osava pensare a una partita di dominio quando entrava in quello stadio. E’ vero che sono passati trent’anni, ma da allora poche squadre hanno marchiato a fuoco una partita contro il Milan, a San Siro, come ha fatto il Napoli nella prima mezz’ora di sabato sera. Veder palleggiare Hamsik, Jorginho e Insigne in una ristrettissima porzione di campo, un tocco e a volte...mezzo tocco, è stato uno spettacolo. Il Napoli, con quel palleggio, costruisce un fortino impenetrabile per gli avversari: se non commettono fallo, non prendono palla.

LA CONDIZIONE ATLETICAA S.Siro arrembante poi senza cedimenti: segno di freschezza Per portare a casa i 3 punti, il Napoli si è difeso. Per Sarri è una qualità in più, ora la sua squadra sa anche soffrire. In quel lungo periodo di Milan arrembante, i momenti di vero affanno sono stati pochi. Il Napoli aveva speso tanto nella prima mezz’ora, poi è arretrato, però senza crollare, senza cedimeti strutturali. E soprattutto, ogni volta che ne ha avuto la possibilità, è ripartito veloce in contropiede. Questo è il sintomo di una eccellente condizione fisica e atletica, nonostante che il trio d’attacco, per l’assenza prolungata di Milik e per le note difficoltà di ambientamento tattico di Gabbiadini, sia stato super sfruttato.

IL RILANCIO DI INSIGNELorenzo sempre più magnifico: passaggi assist e gol d’autore A un certo punto ha visto Donnarumma fuori dall’area di rigore. Ha alzato lo sguardo e lì in mezzo gli è passato quel filo di follia che separa i giocatori normali dai giocatori geniali. Insigne era a metà campo e ha mirato la porta, la palla è finita poco oltre la traversa. Lorenzo ha finito la partita di San Siro con la fascia di capitano al braccio, ereditata da Hamsik, eppure non si è mai sentito dentro il Napoli come dovrebbe sentirsi un napoletano. La gente se ne innamora e subito se ne disamora. Ha un rapporto strano, fantastico e conflittuale, con Napoli e col Napoli.

REINA E ALBIOL AL TOPEcco l’asse spagnolo che prima protegge e dopo rilancia l’azione Pizzicato da Montella alla vigilia, Reina ha giocato una partita...dimostrativa. Sentiva di doversi comportare nel modo più sportivo e avvertiva la necessità di non commettere errori. Reina ha giocato una partita di questo tipo e non l’ha sbagliata. Davanti a sé aveva Albiol, orfano della sua rude metà calcistica, Koulibaly, e alle prese con le prime e inattese malefatte del suo nuovo collega di reparto Tonelli. Reina-Albiol è l’asse spagnolo col quale il Napoli si protegge e si rilancia. Due caratteristiche li accomunano: la personalità e la capacità di costruire il gioco. I piedi del portiere sono piedi da centrocampista. 

I NUMERI DA SOGNO E’ una striscia da 10. Piovono i tiri e le reti da padroni della pallaCi sono dei numeri, nel campionato del Napoli, che spiegano bene la qualità del suo gioco e la sostanza delle sue ambizioni. Meglio, sono numeri che definiscono il lungo momento positivo e l’eccellente (a volte straordinario) livello di calcio. Il primo di questi dati è l’imbattibilità: la squadra di Sarri non perde da 10 giornate durante le quali ha ottenuto 7 vittorie e 3 pareggi, l’ultima sconfitta è del 29 ottobre allo Juventus Stadium. Poi, nelle ultime 7 gare, ha segnato 21 gol, con una media di 3 reti ogni 90 minuti. Questo rilancio in fatto di reti ha portato l’attacco del Napoli a quota 47 in 21 giornate: è la cifra record per la storia del club di De Laurentiis.

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