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domenica 2 aprile 2023
Napoli - Milan
0-4
Serie A
Stadio Maradona di Napoli
mercoledì 12 aprile 2023
Milan - Napoli
1-0
Champions League
Stadio Meazza di Milano

Serie A

Napoli-Milan 0-4: azzurri addormentati, Leao li punisce
La capolista stecca il big match, il portoghese invece incanta il Maradona con una doppietta. Di Brahim Diaz e Saelemaekers le altre reti
domenica 2 aprile 2023
repubblica.it

NAPOLI - La sera in cui il Napoli è diventato troppo neomelodico e il Milan fin troppo rap, la sera in cui le mascherine di Osimhen le hanno indossate solo i tifosi (e il portiere Meret) invece dell’infortunato titolare del copyright sostituito maluccio da Simeone, la sera in cui il velocista rapper Leao è tornato a segnare in maglia rossonera dopo due mesi e mezzo e ha esagerato con una doppietta, la sera in cui Brahim Diaz si è travestito da Kvaratskhelia dentro uno stadio con più lenzuoli della Georgia che a Tbilisi, il campionato non si è capovolto: lo scudetto resta già quasi napoletano. Però il pronostico per l’imminente duello dei quarti di finale della Champions è certamente cambiato: un 4-0 non è mai ininfluente. E proprio perché non è stata una prova tecnica d’Europa, quest’ultima sfida di campionato tra le due squadre italiane più europee, ma una prova tecnica e basta, l’inatteso e clamoroso esito non può non proiettare le sue ombre sulle due partite che, tra 9 giorni a San Siro-Meazza e poi tra altri 6 giorni al San Paolo-Maradona, stabiliranno chi giocherà la semifinale del torneo per club più importante del mondo, contro l’Inter o il Benfica.

Non è chiaro se il Napoli l’abbia presa alla leggera, questa anteprima pericolosa, ma di certo l’ha presa sul serio il Milan, che non può perdere d’occhio la classifica e l’ammucchiata per il quarto posto. Pioli voleva dimostrare che era ingannevole il solco scavato dalle 27 giornate precedenti, fatto di 23 punti e di 20 gol fatti in meno, nonché di 20 gol subiti in più rispetto a Spalletti. All’andata a Milano più o meno il Napoli era lo stesso: anche allora Osimhen era fuori per infortunio e il gol decisivo sull’1-1, dopo la staffetta con Raspadori, lo segnò Simeone. Ma stavolta in 25 minuti appena, dopo lo sperpero iniziale di Simeone, Meret aveva già incassato un paio di gol, effetto degli unici due cambi di formazione rispetto al Milan di settembre, quando Leao era squalificato e Diaz restò in panchina fino a metà ripresa.

Qui, con gli ineffabili Rafa e Brahim tutti e due presentissimi in partenza alla sinistra e alla destra di Krunic falso trequartista alla Kessié, è andata diversamente. Il primo gol lo ha fabbricato Diaz, con una veronica a metà campo tra Lobotka e Mario Rui e poi col filtrante per il pallonetto da stilista di Leao. Il secondo gol lo ha creato Leao, squarciando la difesa avversaria con una conversione classica che ha liberato Bennacer al cross, sul quale la sterzata di Diaz su Mario Rui ha preparato il sinistro reso fatale dal tocco di Kim. Il terzo gol, in assenza di Diaz uscito con una fasciatura alla gamba destra (l’allarme è contenuto, ma evidente), lo ha ispirato nel primo spicchio del secondo tempo Tonali, sradicando un pallone e invitando Leao all’arte sua: doppio passo in corsa da sinistra e destro squassante. Il quarto gol, già che c’era, lo ha inventato proprio il rimpiazzo di Diaz: tacciato in genere di grigiore, Saelemaekers ha improvvisato uno slalom alla Shiffrin.

Nel frattempo il Napoli non era rimasto a guardare, il che non è affatto consolante per Spalletti: senza Osimhen in area, la ricerca dell’attacco in massa ha portato allo sbilanciamento fatale sfruttato dal Milan, che si è ritrovato alla perfezione nel modulo classico ripristinato (il 4-2-3-1) e si è avvicinato ancora per tre volte al gol, mentre l’ingresso di Raspadori accendeva solo un pochino un reparto spento. La differenza, nel complesso, è parsa sia tattica sia atletica. Il coro “Oi vita, oi vita mia” l’ha intonato beffardamente la curva milanista. Quelle del Napoli sono rimaste in silenzio per protesta contro il caro biglietti, contro il rigido regolamento d’uso dello stadio e contro il presidente De Laurentiis. In Champions a Milano si riparte dallo 0-0, ma mica tanto.

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim (35' st Juan Jesus), Mario Rui; Anguissa, Lobotka (22' st Ndombele), Zielinski (22' st Elmas); Politano (22' st Lozano), Simeone (31' st Raspadori), Kvaratskhelia.

All.: Spalletti.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kjaer, Tomori, Hernandez; Tonali, Bennacer (38' st Bakayoko); Diaz (11' st Saelemaekers), Krunic (38' st De Ketelaere), Leao (28' st Rebic); Giroud (28' st Orii). All.: Pioli.

ARBITRO: Rapuano di Rimini.

RETI: nel pt 16' Leao, 25' Diaz; nel st 14' Leao, 21' Saelemaekers.

NOTE: Ammoniti: Giroud, Lobotka, Krunic per gioco scorretto. Spettatori: 50 mila.

domenica 2 aprile 2023
Napoli - Milan
0-4
Napoli
Milan
Serie A
Stadio Maradona di Napoli
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Milan - Napoli
1-0
Milan
Napoli
Champions League
Stadio Meazza di Milano

Serie A

Napoli-Milan 0-4: azzurri addormentati, Leao li punisce
La capolista stecca il big match, il portoghese invece incanta il Maradona con una doppietta. Di Brahim Diaz e Saelemaekers le altre reti
domenica 2 aprile 2023
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NAPOLI - La sera in cui il Napoli è diventato troppo neomelodico e il Milan fin troppo rap, la sera in cui le mascherine di Osimhen le hanno indossate solo i tifosi (e il portiere Meret) invece dell’infortunato titolare del copyright sostituito maluccio da Simeone, la sera in cui il velocista rapper Leao è tornato a segnare in maglia rossonera dopo due mesi e mezzo e ha esagerato con una doppietta, la sera in cui Brahim Diaz si è travestito da Kvaratskhelia dentro uno stadio con più lenzuoli della Georgia che a Tbilisi, il campionato non si è capovolto: lo scudetto resta già quasi napoletano. Però il pronostico per l’imminente duello dei quarti di finale della Champions è certamente cambiato: un 4-0 non è mai ininfluente. E proprio perché non è stata una prova tecnica d’Europa, quest’ultima sfida di campionato tra le due squadre italiane più europee, ma una prova tecnica e basta, l’inatteso e clamoroso esito non può non proiettare le sue ombre sulle due partite che, tra 9 giorni a San Siro-Meazza e poi tra altri 6 giorni al San Paolo-Maradona, stabiliranno chi giocherà la semifinale del torneo per club più importante del mondo, contro l’Inter o il Benfica.

Non è chiaro se il Napoli l’abbia presa alla leggera, questa anteprima pericolosa, ma di certo l’ha presa sul serio il Milan, che non può perdere d’occhio la classifica e l’ammucchiata per il quarto posto. Pioli voleva dimostrare che era ingannevole il solco scavato dalle 27 giornate precedenti, fatto di 23 punti e di 20 gol fatti in meno, nonché di 20 gol subiti in più rispetto a Spalletti. All’andata a Milano più o meno il Napoli era lo stesso: anche allora Osimhen era fuori per infortunio e il gol decisivo sull’1-1, dopo la staffetta con Raspadori, lo segnò Simeone. Ma stavolta in 25 minuti appena, dopo lo sperpero iniziale di Simeone, Meret aveva già incassato un paio di gol, effetto degli unici due cambi di formazione rispetto al Milan di settembre, quando Leao era squalificato e Diaz restò in panchina fino a metà ripresa.

Qui, con gli ineffabili Rafa e Brahim tutti e due presentissimi in partenza alla sinistra e alla destra di Krunic falso trequartista alla Kessié, è andata diversamente. Il primo gol lo ha fabbricato Diaz, con una veronica a metà campo tra Lobotka e Mario Rui e poi col filtrante per il pallonetto da stilista di Leao. Il secondo gol lo ha creato Leao, squarciando la difesa avversaria con una conversione classica che ha liberato Bennacer al cross, sul quale la sterzata di Diaz su Mario Rui ha preparato il sinistro reso fatale dal tocco di Kim. Il terzo gol, in assenza di Diaz uscito con una fasciatura alla gamba destra (l’allarme è contenuto, ma evidente), lo ha ispirato nel primo spicchio del secondo tempo Tonali, sradicando un pallone e invitando Leao all’arte sua: doppio passo in corsa da sinistra e destro squassante. Il quarto gol, già che c’era, lo ha inventato proprio il rimpiazzo di Diaz: tacciato in genere di grigiore, Saelemaekers ha improvvisato uno slalom alla Shiffrin.

Nel frattempo il Napoli non era rimasto a guardare, il che non è affatto consolante per Spalletti: senza Osimhen in area, la ricerca dell’attacco in massa ha portato allo sbilanciamento fatale sfruttato dal Milan, che si è ritrovato alla perfezione nel modulo classico ripristinato (il 4-2-3-1) e si è avvicinato ancora per tre volte al gol, mentre l’ingresso di Raspadori accendeva solo un pochino un reparto spento. La differenza, nel complesso, è parsa sia tattica sia atletica. Il coro “Oi vita, oi vita mia” l’ha intonato beffardamente la curva milanista. Quelle del Napoli sono rimaste in silenzio per protesta contro il caro biglietti, contro il rigido regolamento d’uso dello stadio e contro il presidente De Laurentiis. In Champions a Milano si riparte dallo 0-0, ma mica tanto.

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim (35' st Juan Jesus), Mario Rui; Anguissa, Lobotka (22' st Ndombele), Zielinski (22' st Elmas); Politano (22' st Lozano), Simeone (31' st Raspadori), Kvaratskhelia.

All.: Spalletti.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kjaer, Tomori, Hernandez; Tonali, Bennacer (38' st Bakayoko); Diaz (11' st Saelemaekers), Krunic (38' st De Ketelaere), Leao (28' st Rebic); Giroud (28' st Orii). All.: Pioli.

ARBITRO: Rapuano di Rimini.

RETI: nel pt 16' Leao, 25' Diaz; nel st 14' Leao, 21' Saelemaekers.

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