Dal 1969 al 1972
Inizia l'era Ferlaino
Il periodo di potere della famiglia Lauro era ormai al termine: nel 1969, con grande abilità e poca spesa Corrado Ferlaino assunse la presidenza della società ridotta però sull'orlo del dissesto finanziario. Nei suoi primi anni di dirigenza, pur dimostrando carattere e testardaggine fuori dal comune, Ferlaino non poté garantire al Napoli la possibilità di lottare per grandi traguardi badando nei primi anni di presidenza in fase di calciomercato alla cessione di pezzi pregiati come Zoff, Altafini e Claudio Sala (ceduto senza aver potuto dimostrare pienamente il proprio valore, ad appena un anno dal suo acquisto), e all'acquisto di giocatori di prima scelta ma sul viale del tramonto come Nielsen, Hamrin, Sormani e Clerici. Il pubblico comunque ripagava la società garantendole grandi incassi e questo fattore fu determinante per invertire la rotta.
Nel 1970-71 arrivò a Napoli il brasiliano Angelo Benedicto Sormani soprannominato il Pelé bianco. Sulla panchina della compagine partenopea rimase Chiappella, arrivato due anni prima.Sormani formò con Altafini un solido attacco grazie al quale il Napoli giunse a giocarsi lo scudetto con Inter e Milan, ma a fine campionato il bottino fu solo un terzo posto. Decisivo fu lo scontro diretto a San Siro contro l'Inter alla fine Campione a poche giornate dal termine: il Napoli chiuse il primo tempo in vantaggio per 1-0, scavalcando virtualmente in classifica proprio i neroazzurri, ma nell'intervallo i giocatori dell'Inter si recarono dall'arbitro minacciandolo di picchiarlo se avessero perso; memore delle minacce, nel secondo tempo l'arbitro concesse un rigore inesistente (come rivelò poi la moviola) all'Inter, consentendole di pareggiare, e fischiò poi una serie di punizioni a senso unico che permisero ai neroazzurri di ribaltare il punteggio imponendosi per 2-1.
La stagione successiva (1971-72) vide una piccola crisi del Napoli, dovuta ad alcuni problemi societari. La compagine partenopea arrivò soltanto all'ottavo posto. Ferlaino decise quindi di svecchiare la squadra (pensando comunque anche al bilancio), con la cessione di giocatori del calibro di Zoff e Altafini alla Juventus.