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Ancelotti alla prova del goal, si cerca un bomber per l'anno prossimo
Non solo Lozano, è partita la caccia a un bomber: ad Ancelotti piacciono Belotti e Immobile
martedì 19 febbraio 2019
tuttonapoli.net

NAPOLI - Non si vive nel ricordo e neppure nel rimpianto: e ce ne sono di frammenti della memoria, sono freschi, che restano lì, incollati alla coscienza del Napoli, e racchiudono un istante, breve e perfido, in cui la gioia è divenuta inganno. Basterebbe scorgersi dietro, uno sguardo al Torino e un altro alla Fiorentina e via, per andare a scoprire che la capriola d’una felicità incontrollabile è divenuta un ruzzolone nell’oblio: ed è una sequenza che lascia una cicatrice nella classifica e persino nel morale, trasforma il sorriso in una smorfia e scuote la serenità interiore di Ancelotti che non ama perdersi «nei se e nei ma» della routine. La matematica resta una subdola opinione che riduce ventisei tiri in zero gol e trasforma la partita con il Torino in un arido soliloquio: ci vorrebbe un alchimista per sistemare questa vicenda oppure qualcuno che vada un po’ a scuola nel passato di Ancelotti, abitato da supermen ingombranti, che però hanno interpretato lo spartito suggerito senza batter sopracciglio da Sua Maestà.

SI ATTACCA - A Firenze, per dirne un’altra, tredici conclusioni, la metà esatta della domenica successiva, e la stessa sottrazione: 0-0, tra Lafont e un difetto di precisione che può essere guarito anche appellandosi al destino, perché a volte la sorte ci mette del suo e va a sommarsi alla imperfezione degli essere umani. Il Napoli non sa più segnare, da almeno un mese in qua, da quando a San Siro con l’Inter se ne è uscito sotto quella coltre bianca che sta per astinenza: eppure, e si ripete la storiella, ne ha avuto possibilità, persino nel finale, con Zielinski. Poi si è ritrovato a pattinare nel vuoto pneumatico, si è ripetuto in quel San Siro che s’è rivelato inospitale in campionato con il Milan e addirittura rovinoso - sempre con il diavolo - in coppa Italia: pup, pum, l’eco dei colpi secchi di Piatek è rimbombato nella notte e strascichi ne ha lasciati, mentre ancora s’avvertono scricchiolare pali e traverse (sono diciotto), il frutto agro di 7070 passaggi nella metà campo avversaria, circa mille in più di qualsiasi altra squadra.

Carlo ANCELOTTI

Italia

Ancelotti alla prova del goal, si cerca un bomber per l'anno prossimo
Non solo Lozano, è partita la caccia a un bomber: ad Ancelotti piacciono Belotti e Immobile
martedì 19 febbraio 2019
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NAPOLI - Non si vive nel ricordo e neppure nel rimpianto: e ce ne sono di frammenti della memoria, sono freschi, che restano lì, incollati alla coscienza del Napoli, e racchiudono un istante, breve e perfido, in cui la gioia è divenuta inganno. Basterebbe scorgersi dietro, uno sguardo al Torino e un altro alla Fiorentina e via, per andare a scoprire che la capriola d’una felicità incontrollabile è divenuta un ruzzolone nell’oblio: ed è una sequenza che lascia una cicatrice nella classifica e persino nel morale, trasforma il sorriso in una smorfia e scuote la serenità interiore di Ancelotti che non ama perdersi «nei se e nei ma» della routine. La matematica resta una subdola opinione che riduce ventisei tiri in zero gol e trasforma la partita con il Torino in un arido soliloquio: ci vorrebbe un alchimista per sistemare questa vicenda oppure qualcuno che vada un po’ a scuola nel passato di Ancelotti, abitato da supermen ingombranti, che però hanno interpretato lo spartito suggerito senza batter sopracciglio da Sua Maestà.

SI ATTACCA - A Firenze, per dirne un’altra, tredici conclusioni, la metà esatta della domenica successiva, e la stessa sottrazione: 0-0, tra Lafont e un difetto di precisione che può essere guarito anche appellandosi al destino, perché a volte la sorte ci mette del suo e va a sommarsi alla imperfezione degli essere umani. Il Napoli non sa più segnare, da almeno un mese in qua, da quando a San Siro con l’Inter se ne è uscito sotto quella coltre bianca che sta per astinenza: eppure, e si ripete la storiella, ne ha avuto possibilità, persino nel finale, con Zielinski. Poi si è ritrovato a pattinare nel vuoto pneumatico, si è ripetuto in quel San Siro che s’è rivelato inospitale in campionato con il Milan e addirittura rovinoso - sempre con il diavolo - in coppa Italia: pup, pum, l’eco dei colpi secchi di Piatek è rimbombato nella notte e strascichi ne ha lasciati, mentre ancora s’avvertono scricchiolare pali e traverse (sono diciotto), il frutto agro di 7070 passaggi nella metà campo avversaria, circa mille in più di qualsiasi altra squadra.

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