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martedì 10 dicembre 2019
Napoli - Genk
4-0
Champions League
Stadio San Paolo di Napoli

Ancelotti, è finita: Gattuso pronto per il Napoli
L’ex milanista è stato preferito a Spalletti e Allegri per ragioni tattiche e per la fama di duro. Non farà il “traghettatore”: per lui un contratto per 18 mesi
martedì 10 dicembre 2019
corrieredellosport.it

NAPOLI - Il terzo, che ormai stava inseguendo, avrebbe dovuto avere in sé tutto ciò che apparentemente serve a questa squadra: una tendenza al 4-3-3, la fama del «duro», qualcosa che lo legasse - fosse anche la storia incrociata del loro passato - al predecessore. E così, all’improvviso, ma mica poi tanto, Aurelio De Laurentiis ha smesso di telefonare, ha archiviato le chiacchierate con Allegri e con Spalletti, ed ha virato, decisamente e definitivamente, decidendo per Rino Gattuso: d’altro canto lo chiamano «ringhio», da sempre, e ora gliela farà vedere lui, da domani, con quella faccia un po’ così e quell’espressione un po’ così, cosa significhi «abbandonare» un gentiluomo che in quarant’anni ne ha viste tante e magari ha già avvertito, proprio sulla sua pelle, a Monaco di Baviera, cosa voglia dire sentirsi sfiorato dal sospetto di un esonero, quando sta per cominciare una partita. Ma questo è il calcio, guai stupirsene, e gli spifferi che a un certo punto hanno «trapanato» anche le mura di Castel Volturno non sono riusciti neanche a scuotere quel sopracciglio, dinnanzi alla prospettiva inquietante ed amara di un esonero che è annunciato, vada come vada. Ci sarà da onorare il contratto con Ancelotti, o da trovare una transazione, ma questi diventano gli argomenti che verranno.

E’ arrivata la soffiata che ne avessero appena riparlato De Laurentiis e Gattuso e qualcuno s’è pure spinto oltre, sembra abbiano intravisto la sagoma dell’ex mediano di Ancelotti aggirarsi per la Capitale, certo non per andare a godersi la Cappella Sistina. Ma questi sono dettagli che restano ai margini d’una storia che avvita il Napoli su se stesso, bruciando l’idea di un Progetto ch’è divenuto incurante del passaggio del turno agli ottavi di fi nale di Champions e si concentra esclusivamente sulla ricerca d’una svolta secca, rapidissima, da avviare domattina.

Non ci saranno traghetti per arrivare sino a giugno e poi eventualmente orientarsi altrove, su Gasperini o su chiunque altro piaccia a De Laurentiis: a Gattuso non è mai interessato giocarsela sino a giugno e senza un paracadute che desse un senso alla propria «scommessa» personale, succedendo peraltro al «maestro» al quale si sente più vicino. La scelta, in quell’ondata di riflessioni, s’è registrata sabato notte, dopo il pareggio di Udine, la nona gara senza vittoria e la certificazione ulteriore d’una crisi di fatto, con il quarto posto distante otto punti e il pericolo di dover fronteggiare l’esistenza economicamente meno lussuriosa che consente la Champions: Gattuso è divenuto, e prepotentemente, per De Laurentiis la zattera sulla quale lanciarsi, il drastico uomo di polso per frenare una caduta rovinosa. Il contratto, a quel punto, dopo che Jorge Mendes, vicinissimo al tecnico calabrese ha negato qualsiasi possibilità «semestrale», s’è allargato a mo’ di lenzuolo sino ai diciotto mesi, scadenza 2021. 

martedì 10 dicembre 2019
Napoli - Genk
4-0
Napoli
Italia
Genk
Belgio
Champions League
Stadio San Paolo di Napoli

Carlo ANCELOTTI

Italia

Gennaro Ivan GATTUSO

Italia

Ancelotti, è finita: Gattuso pronto per il Napoli
L’ex milanista è stato preferito a Spalletti e Allegri per ragioni tattiche e per la fama di duro. Non farà il “traghettatore”: per lui un contratto per 18 mesi
martedì 10 dicembre 2019
corrieredellosport.it

NAPOLI - Il terzo, che ormai stava inseguendo, avrebbe dovuto avere in sé tutto ciò che apparentemente serve a questa squadra: una tendenza al 4-3-3, la fama del «duro», qualcosa che lo legasse - fosse anche la storia incrociata del loro passato - al predecessore. E così, all’improvviso, ma mica poi tanto, Aurelio De Laurentiis ha smesso di telefonare, ha archiviato le chiacchierate con Allegri e con Spalletti, ed ha virato, decisamente e definitivamente, decidendo per Rino Gattuso: d’altro canto lo chiamano «ringhio», da sempre, e ora gliela farà vedere lui, da domani, con quella faccia un po’ così e quell’espressione un po’ così, cosa significhi «abbandonare» un gentiluomo che in quarant’anni ne ha viste tante e magari ha già avvertito, proprio sulla sua pelle, a Monaco di Baviera, cosa voglia dire sentirsi sfiorato dal sospetto di un esonero, quando sta per cominciare una partita. Ma questo è il calcio, guai stupirsene, e gli spifferi che a un certo punto hanno «trapanato» anche le mura di Castel Volturno non sono riusciti neanche a scuotere quel sopracciglio, dinnanzi alla prospettiva inquietante ed amara di un esonero che è annunciato, vada come vada. Ci sarà da onorare il contratto con Ancelotti, o da trovare una transazione, ma questi diventano gli argomenti che verranno.

E’ arrivata la soffiata che ne avessero appena riparlato De Laurentiis e Gattuso e qualcuno s’è pure spinto oltre, sembra abbiano intravisto la sagoma dell’ex mediano di Ancelotti aggirarsi per la Capitale, certo non per andare a godersi la Cappella Sistina. Ma questi sono dettagli che restano ai margini d’una storia che avvita il Napoli su se stesso, bruciando l’idea di un Progetto ch’è divenuto incurante del passaggio del turno agli ottavi di fi nale di Champions e si concentra esclusivamente sulla ricerca d’una svolta secca, rapidissima, da avviare domattina.

Non ci saranno traghetti per arrivare sino a giugno e poi eventualmente orientarsi altrove, su Gasperini o su chiunque altro piaccia a De Laurentiis: a Gattuso non è mai interessato giocarsela sino a giugno e senza un paracadute che desse un senso alla propria «scommessa» personale, succedendo peraltro al «maestro» al quale si sente più vicino. La scelta, in quell’ondata di riflessioni, s’è registrata sabato notte, dopo il pareggio di Udine, la nona gara senza vittoria e la certificazione ulteriore d’una crisi di fatto, con il quarto posto distante otto punti e il pericolo di dover fronteggiare l’esistenza economicamente meno lussuriosa che consente la Champions: Gattuso è divenuto, e prepotentemente, per De Laurentiis la zattera sulla quale lanciarsi, il drastico uomo di polso per frenare una caduta rovinosa. Il contratto, a quel punto, dopo che Jorge Mendes, vicinissimo al tecnico calabrese ha negato qualsiasi possibilità «semestrale», s’è allargato a mo’ di lenzuolo sino ai diciotto mesi, scadenza 2021. 

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